Le luci di Pointe-Noire

novembre 24, 2016 in Puntate e recensioni

puntata del 24 novembre 2016

un libro di Alain Mabanckou,

Tornare sulle proprie tracce o sulle tracce dei propri ricordi ha un prezzo, o forse due: vedere il cambiamento e sentirsi in dovere di raccontarlo. Lo scrittore Alain Mabanckou rientra a Pointe-Noire, Congo, dopo 23 lunghi anni durante i quali ha studiato, viaggiato e si è affermato professionalmente in Francia e negli Stati Uniti. Cos’è cambiato in tutto questo tempo?

Prima di tutto alcune persone non ci sono più: la madre è morta da 17 anni, il padre adottivo da 7. I visi si alternano nel turbinio di ricordi, immagini oramai sfuocate appese alle pareti e si sente la necessità di catturare gli sguardi di chi resta: tra un capitolo e l’altro ci accompagnano i volti delle storie cui Mabanckou dà spazio lasciando che siano loro a dargli l’appiglio per parlare della propria infanzia ed adolescenza.

Restano in qualche modo le credenze di un tempo, come il terrore dell’acqua di un mare impetuoso, cui è meglio non abbandonarsi; aspetti culturali ai quali l’autore crede ora solo a metà, come la sirena che si pettina i capelli sulla spiaggia o il profilo della vecchia che si può scorgere nella luna quando è piena. Immagini che riscopre riscoprendo anche se stesso.

E poi c’è la realtà, di una casupola ora catapecchia e delle relazioni umane, alcune colme di lealtà, altre solo interessate ai soldi d’oltre oceano. Persino il cinematografo che dava il nome al quartiere ha mutato volto e non ha più bobine da proiettare per incantare il pubblico. Eppure, qualcosa resta e rende più vivo il prossimo distacco: “Puoi anche allontanarti da me come hai fatto finora, io ci sarò comunque, a volte seduto ai margini del tempo, più spesso sulle rive della pazienza, dove camminerò sfidando l’impeto dei venti.”

Buona lettura e buon ascolto, oggi pomeriggio dopo le 17 su Radio Voce Camuna; per streaming, dal sito della radio: www.vocecamuna.it

Sandra Simonetti