puntata del 13 novembre 2014

un libro di Giorgio Falco

La gemella H: Helga o Hilde, qual è la vera protagonista del romanzo? Probabilmente nessuna delle due, quanto piuttosto ciò che l’interscambiabilità delle loro iniziali sembra sottendere: H potrebbe stare per Helga, oppure per Hilde, o addirittura per il padre Hans Hinner, che firmava i primi articoli sul settimanale nazionalsocialista “Mutter” come H.H.

Giorgio Falco ci porta per mano attraverso la banalità del Male nel Novecento, ci accompagna con maestria a spasso per la storia di una comune famiglia borghese che vive nei pressi di Monaco: le grandi ambizioni del piccolo giornalista che si legano a quelle del partito, il trasferimento della moglie e delle bambine a Merano per motivi di salute, la guerra che scoppia e che sconvolge ogni cosa. “Noi mangiavamo le mele solo nello strudel, prima.”

La gemella H entra a pieno titolo nella cinquina del Premio Campiello 2014, da dove ci chiama insistentemente come solo i buoni libri sanno fare dagli scaffali polverosi della memoria: “sono qui, sono una storia che avrebbe potuto essere la tua; sono il rimorso che non è stato cancellato, la colpa che non si può lavare. Sono la grande domanda alla base di una pensione sulla Riviera Adriatica, fondata con soldi del Terzo Reich.”

Sembra quasi che parli così, questo libro intenso di eventi familiari, intriso della quotidianità del normale e della capacità di superare il passato. Capacità che si può articolare in due filoni diversi, in due placente distinte unite all’unico cordone ombelicale della memoria: la Storia.

Tutti potremmo essere H: una gemella, oppure l’altra; l’uomo medio nella Bavaria degli anni Trenta, oppure il consumatore incallito dell’Italia del XXI secolo. Un libro sulle dinamiche di ogni totalitarismo, sulla voglia di ricominciare, su quello che siamo in grado di accettare dei nostri grandi fallimenti.

Sandra Simonetti